dal 1987 – Ingegneria per la Sicurezza e l’Ambiente

Integrazione del rischio

L’integrazione del rischio è una tecnica applicata su scala geografica per fornire una rappresentazione coerente ed unica del rischio presente su una area geografica.

Tipicamente si opta per la tecnica di integrazione dei rischi quando:

  • L’area sotto studio ha dimensioni ragguardevoli (qualche chilometro quadrato)
  • L’area sotto studio include centri abitati
  • L’area sotto studio ha molteplici fonti di rischio (numerose Aziende oppure la presente di siti quali porti, aeroporti, collegamenti viari importanti, etc.)
  • Quando gli studi prevedono la valutazione di rischi di diversa natura (ad esempio rischi industriali, rischi naturali, etc.)
  • Quando i potenziali effetti domino possono manifestarsi all’esterno del sito.
  • Quando i rischi presenti sono associati a frequenze di accadimento estremamente varie

Per questi motivi, ad esempio, il D. Lgs. 105/2015 prevede la predisposizione di un apposito Studio di Sicurezza integrato d’area (SSIA).

Ovviamente tali tecniche possono essere utilizzate anche al di fuori dello scopo della normativa Seveso 3, Eidos ha utilizzato queste tecniche per realtà molto diverse quali ad esempio i rischi connessi con la attività portuale, i rischi complessivi della provincia Nord Milanese, i rischi connessi con il trasporto (gomme, ferrovia, aerei) di sostanze pericolose in Regione Lombardia, i rischi presenti in un sito petrolchimico multi-societario.

La motivazione per cui si sceglie un approccio di integrazione del rischio sono complessivamente da ricondursi ai limiti propri della rappresentazione delle conseguenze con le tecniche “classiche”. Con tali tecniche si producono delle tavole con dei cerchi (o altre forme geometriche chiuse) ove sono rappresentate le potenziali aree impattate da ciascun scenario incidentale e ciascuna soglia di danno prescelta e successivamente viene prodotta una planimetria di inviluppo di tutte le aree di danno. Questa planimetria di inviluppo ha i seguenti limiti:

  • Riunisce scenari incidentali diversissimi per frequenza rappresentandoli come aventi tutti la stessa “probabilità” e quindi perdendo una informazione importantissima
  • Se l’area sotto studio coinvolge aree esterne alle aziende, evidenzia le aree ma non gli esposti (in pratica che sia il centro di Milano o una area disabitata in Lapponia, nulla cambia)
  • Non rappresenta i rischi presenti sul territorio ma non attribuibili ad una Azienda (ad esempio la presenza di una strada con una elevata incidentalità produce un rischio per gli abitanti ma questa non viene rappresentata). Questo comporta l’impossibilità di valutare da dette planimetrie l’incremento di rischio dovuto ad una nuova attività sul territorio

Per questi motivi Eidos ha prodotto un proprio metodo di integrazione dei rischi su scala geografica (metodo PIA) applicato in numerosi casi ed approvato dalle Autorità preposte. Per dettagli sul metodo, proprietario Eidos, non esitate a contattarci.